venerdì 31 dicembre 2010

Cosa resterà di quest'"anno zero"? I migliori film del 2010


Augurando a tutti voi un FELICE ANNO NUOVO, vogliamo anche presentare la classifica dei film migliori del 2010.

Mercoledì scorso abbiamo chiuso il sondaggio riguardante proprio questo tema e basta scorrere il blog per vedere quali sono stati i risultati: ha vinto Il segreto dei suoi occhi, seguito a parimerito da Inception e Toy Story 3.

Quale sarà il nostro personale countdown (immancabile per un 31 dicembre che si rispetti)?

10- The Road

9- Tra le nuvole

8- Il profeta

7- Il padre dei miei figli

6- Buried

5- Toy Story 3

4- Wall Street – Il denaro non dorme mai

Il podio: quale sarà l’imperdibile?





3- Inception












2- Lourdes












1- Il segreto dei suoi occhi







Ed ecco a voi una chicca dal film:

mercoledì 29 dicembre 2010

Forse ritrovata la "camera d'ambra" grazie ad una "mappa del tesoro"


Il tedesco Andreas Uckert sostiene di aver trovato una mappa del tesoro. E il tesoro sarebbe la leggendaria “camera d’ambra”, regalata nel 1716 da Federico Guglielmo I re di Prussia allo zar Pietro il Grande e poi rubata e nascosta dai soldati nazisti. Valore 150 milioni di euro circa.

«È una vita che vado alla caccia di vecchi documenti – ha dichiarato all’Austrian Times –. Ho trovato la mappa in una bancarella di Berlino lo scorso 17 giugno. Sulla mappa vi sono un’aquila e una svastica. Mettere in vendita simboli nazisti è un reato, in Germania. Forse per questo il venditore me l’ha ceduta per pochi soldi e in fretta. Osservandola meglio mi sono accorto delle scritte nascoste che ho potuto leggere con una torcia elettrica».

Che gran culo, diciamo noi! Anche solo per l’emozione che (sempre che la notizia sia vera) deve aver provato. Fatto sta che avere in mano un pezzo di carta non vuol dire niente. Uckert, infatti, sta cercando un mecenate che paghi le spese delle ricerche. Tanto è vero che il giornale austriaco mette anche il suo numero di telefono. Eccolo: +49 3306 204 7198.

Vi invitiamo a chiamarlo e a fargli qualche scherzo. Sì, perché uno che va in cerca di un mecenate che lo freghi all’ultimo momento se lo merita! Se invece lo volete battere sul tempo, ecco a voi la zona in cui cercare: Fulda, centro della Germania, in almeno tre bunker sotterranei. Lo so, è un po’ vago. Ma vuoi mettere poter sussurrare almeno una volta nella vita: «Il mio tesssoro».

(Fonte della notizia: Corriere della Sera)

Risultato del sondaggio "Qual è il miglior film del 2010?"

Il nostro oscar per il miglior film del 2010 va a Il segreto dei suoi occhi, che ha ottenuto la maggioranza dei voti con queste percentuali:

Il segreto dei suoi occhi 27%

Inception, Toy Story 3 18%

Tra le nuvole, Lourdes, Il profeta, Wall Street - Il denaro non dorme mai 9%

Il padre dei miei figli, Buried e The Road non hanno ottenuto nessun voto.

lunedì 27 dicembre 2010

Novità da Blockbuster. Cosa vedere e cosa no

Da vedere

Somewhere
di Sofia Coppola con Stephen Dorff e Elle Fanning
***

La quarta opera di Sofia Coppola non è un capolavoro, avendo due pregi e almeno un difetto. I punti a favore del film sono: il tema affrontato e la tecnica registica. Nel primo caso bisogna ammettere che si deve avere coraggio e bravura per riuscire a raccontare efficacemente la vita di una star del cinema. Coraggio perché il tema narrato è amletico (chi è un attore se non i personaggi che ha interpretato? A fronte di questo, è ancora possibile per lui essere sé stesso?). Bravura perché la Coppola ci riesce, ma con riserva. È a questo punto che subentra il difetto, ovvero il modo in cui tratta il tema. Perché ricorre ad artifici retorici visti e rivisti come l’addio strappalacrime tra il protagonista e la figlia, la telefonata del protagonista alla ex moglie o compagna con ostentata crisi d’identità e cliché vari ed eventuali? I dubbi vengono però bilanciati dalla tecnica registica, asciutta e intrigante. Alla regista infatti non manca il dono della sintesi (già ampiamente dimostrato con Lost in Translation). Una sintesi capace di aggiungere, e non di togliere, funzionale ad una efficace narrazione della quotidianità e dei suoi paradossi. Si potrebbe dunque accostare il suo stile registico a quello letterario di Moravia. Ma stiamo ancora aspettando l’opera della maturità, quella senza difetti.


Da evitare

I mercenari (The Expendables)
di Sylvester Stallone con Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li
*1/2

Americanata. Ovvero muscoli, macchine truccate, Harley Davidson, sparatorie e machismo (talmente ostentato da dare adito a dubbi sull’eterosessualità dei personaggi). Per tutte queste virtù, tra poco lo vedremo riproposto allo sfinimento sulle reti Mediaset (Italia1?). La faccia di Stallone è già passata alla storia. È talmente rifatta che sembra quella di una bambola di porcellana (ma con il labbro storto). Ha anche gli zigomi rossi!
P.s. Per la rubrica “Un tuffo nel passato”: i fondali, nelle scene di volo e nei viaggi in macchina, sono giustapposti; le esplosioni finte.

venerdì 24 dicembre 2010

Sfondata quota 10.000 visite! Grazie a tutti

Oggi è un giorno speciale. Per due motivi. Il primo: il nostro blog ha sfondato il muro delle 10.000 visualizzazioni. Il secondo: è la vigilia di Natale. Un motivo ci sarà dietro questa coincidenza. In tutti i modi, bando alle ciance. Con questo post vogliamo ringraziare tutti i nostri visitatori, abituali e non, in perfetto stile "immagine-allo-specchio".

E allora, grazie a tutti voi in stile lynciano (beh, più o meno):


Augurandovi, inoltre, di passare un felice Natale!
Il che non vuol dire che lo dobbiate passare bukowskianamente come quello qui sotto.
O forse sì?

giovedì 23 dicembre 2010

Cosa (non) resterà di quest’"anno zero"? I film peggiori del 2010


Si avvicina la fine dell’anno e per molti questo è tempo di classifiche. E allora conformiamoci, facciamole anche noi.

Ecco, per iniziare, i peggiori film del 2010 (ovvero usciti in Italia dopo l’1 gennaio 2010 e rigorosamente visti, e talvolta recensiti, per voi).




7- Fuori controllo




Il podio: verso la palma del più brutto film dell’anno!








And the winner is...

1- A Serbian Film

martedì 21 dicembre 2010

Vota il miglior film del 2010!


Assegna il tuo "oscar" personale. Vota quello che ritieni essere il miglior film del 2010. Lo puoi fare nella colonna di destra, in alto. Puoi scegliere tra dieci opere:
- Tra le nuvole;
- Il padre dei miei figli;
- Buried;
- The Road;
- Il segreto dei suoi occhi;
- Inception;
- Toy Story 3;
- Lourdes;
- Wall Street - Il denaro non dorme mai;
- Il profeta.

lunedì 20 dicembre 2010

Libri&Libri: note, recensioni, appunti...



Nella sezione Libri&Libri: note, recensioni, appunti... è stata aggiunta la scheda relativa a Dalla parte di Swann, primo dei sette libri di cui si compone À la recherche du temps perdu, il capolavoro di Marcel Proust.

venerdì 17 dicembre 2010

Novità da Blockbuster. Cosa vedere e cosa no

Da vedere

Il padre dei miei figli
di Mia Hansen-Løve con Chiara Caselli, Louis Do-de Lancquesaing, Alice de Lancquesaing
***1/2

La storia, opera prima dell’ottima Mia Hansen-Løve, parla del tragico declino del produttore cinematografico Grègoire Canvel e della reazione della sua famiglia. Soprattutto della sua figlia più grande. Il film può sembrare acerbo, ma non è così. La regista sceglie infatti di raccontare nel modo più oggettivo l’elaborazione di un lutto famigliare, senza mai enfatizzarlo, sempre conscia che l’“uomo” non è mai totalmente buono né mai totalmente cattivo, mai interamente virtuoso né mai pienamente incapace. È il caso di dire (in merito al film e ai contenuti che veicola): domani è un altro giorno.


Nightmare (A Nightmare On Elm Street)
di Samuel Bayer con Jackie Earle Haley, Katie Cassidy, Rooney Mara
**

Seguito della fortunatissima saga a cui aveva dato il la Wes Craven nel 1984 con Nightmare – Dal profondo della notte. Ma in questo caso risulta evidente che non basta un guanto munito di lame e un maglione a strisce orizzontali rosse e verde scuro per fare un film su Freddy e per essere Freddy. Freddy può essere interpretato solo da Robert Englund, che lo è nelle movenze, nella fisicità, nel volto. Jackie Earle Haley non è Freddy. Numerosi i riferimenti ai capitoli precedenti, anche se questo film si vuole porre come final-prequel, ovvero ha la malcelata velleità di far vedere perché Freddy diventa l’“incubo” e al contempo si vuole porre come un pout pourri di tutto ciò che è avvenuto in precedenza. Nonostante questo l’opera resiste e si lascia vedere dall’inizio alla fine, anche grazie all’abbondante uso di sangue e alla voglia che avevamo di vedere ancora una volta Freddy in azione.

giovedì 16 dicembre 2010

Scontri a Roma: le violenze della polizia



Grazie a alberto cane blog per la segnalazione

venerdì 10 dicembre 2010

Emergenza rifiuti: le due settimane scadono oggi

Era il 26 novembre quando, durante una conferenza stampa riportata da tutti i quotidiani nazionali, il nostro premier Berlusconi indicava scadenze precise per la soluzione del problema rifiuti a Napoli:

Se mi doveste fare una domanda e dirmi in quanti giorni Napoli potrà tornare al normale smaltimento dei rifiuti, io vi dico che in meno di due settimane si può fare.

Promessa reiterata successivamente in varie altre occasioni.

Bene, le due settimane di tolleranza scadono oggi, venerdì 10 dicembre e la situazione com’è?
Il Mattino di ieri rendeva noto che sulle strade di Napoli gravano ancora oltre 1800 tonnellate di immondizia, la situazione sanitaria sta diventando sempre più insostenibile e la cittadinanza è impegnata in manifestazioni e proteste violente.

Che regalo vuoi per Natale?
Un bel sacco di spazzatura.

giovedì 9 dicembre 2010

Question time: The Smiths

Ieri, durante la tradizionale sessione di interpellanze parlamentari dedicate al tema della riforma scolastica, la parlamentare laburista Kerry McCarthy e il premier conservatore David Cameron hanno avuto un singolare scambio di battute in merito agli Smiths, uno dei gruppi rock britannici più popolari degli anni Ottanta.

Già da tempo era noto l’apprezzamento di Cameron per la band inglese la quale, da parte sua, ne ha preso le distanze. Circa una settimana fa, infatti, il chitarrista Johnny Marr ha intimato sul proprio Twitter: David Cameron, smetti di dire che ti piacciono gli Smiths, non è vero. Ti vieto che ti piacciano.
E quattro giorni dopo gli ha fatto eco l’altro leader del gruppo, Morrissey, pubblicando on-line una lettera contro il premier, in cui prendeva di mira soprattutto la sua passione per la caccia e le sue proposte politiche in difesa dei cacciatori (uno dei più famosi dischi degli Smiths, Meat is murder, era dedicato proprio alla battaglia contro l’alimentazione carnivora).

Per questo durante il question time di ieri la deputata Kerry McCarthy, riferendosi al voto di oggi sulle rette degli studenti, ha detto:

Dato che dice di essere un così grande fan degli Smiths, il primo ministro sarà sicuramente dispiaciuto che sia Morrissey sia Johnny Marr gli abbiano proibito di apprezzarli. Gli Smiths, è evidente, sono una band vicina alle tematiche studentesche. Se lei dovessi vincere il voto di domani, quale canzone pensa ascolteranno gli studenti? "Miserable Lie", "I Don’t Owe You Anything" o "Heaven Knows I’m Miserable Now" (tradotto: "Bugia patetica", "Non ti devo nulla" o "Lo sa il cielo quanto sono triste")?

La risposta di Cameron:

Immagino che se mi facessi vedere dagli studenti non mi canterebbero "This charming man" ("Quest'uomo affascinante"), e se ci andassi con il ministro degli esteri (William Hague) probabilmente sarebbe "William, it was really nothing" ("William, non era davvero niente").

Risultato: risate e applausi scroscianti, tanto da costringere lo speaker della Camera a ripristinare l'ordine in una seduta, come il question time, tradizionalmente rumorosa.

That's all folks.

mercoledì 8 dicembre 2010

AnnoZero VS Alfa Romeo MiTo


Vedo che sul sito del «Corriere della Sera» un articolo porta questo titolo: MiTo denigrata. Fiat chiede i danni ad AnnoZero. Ci penso un po’ ed esclamo: «È  giusto!».

Nell’ultima puntata della trasmissione condotta da Michele Santoro, infatti, è andato in onda un servizio che aveva la finalità di comparare tre automobili: l’Alfa Romeo MiTo, la Citroen DS3 THP e la Mini Cooper S.
Come è stato eseguito tale confronto? Semplicemente facendo “correre” su un circuito le tre auto per vedere quale arrivava prima al traguardo. (Per la cronaca l’Alfa è arrivata ultima).
A fronte di questo la Fiat farebbe bene a dare una bella stangata legale all’ideatore del servizio e alla trasmissione che lo ha mandato in onda. Per due motivi:
1) Il messaggio che è passato è che le auto vengono vendute per fare le gare;
2) Non sono stati presi in considerazione valori oggettivi come stabilità e tempo di frenata, sospensioni, abitabilità, consumi, sicurezza ecc.

Per concludere: quello che gli sventurati come me hanno visto era un servizio di serie Z, un servizio da giornalista incompetente. Sarebbe meglio che chi lo ha pensato si metta a fare un altro mestiere.

Il suo intento era quello di dimostrare la cattiva qualità dei prodotti Fiat? Bastava chiedere informazioni al sottoscritto. In soli tre anni ho praticamente cambiato ogni pezzo della mia macchina, una Lancia Y del ’97 (modello vecchio per intenderci): cruscotto colloso, sospensioni scariche, fili ossidati e/o rotti, tubi di plastica secchi e crepati e chi più ne ha più ne metta. Per dimostrare che la Fiat fa prodotti scadenti non serve una prova su pista, basta chiedere.

domenica 5 dicembre 2010

Wet Opinions & Fundamentals - Gyula Noesy

Un momento di Wet Opinions
(Foto di Gabriella Gallo)

Wet Opinions & Fundamentals: delirio narcisistico

Le luci si abbassano. Gyula Noesy – al secolo Giulio Nesi, toscano residente a Berlino – attende impaziente che il pubblico occupi la tribuna allestita nella sala Est di Lenz Teatro per presentare Wet Opinions, uno degli ultimi appuntamenti della quindicesima edizione di Natura Dèi Teatri. È vestito bizzarramente. Ricorda quelle ragazzine giapponesi che si vogliono ribellare alla tradizione: canottiera rosa dalla quale spuntano i peli del petto villoso, gonna nera con inserti di pizzo, collant in tinta strappati, ginocchiere gialle con testa d’elefantino, sneakers Adidas nere. Con un cenno del capo invita il tecnico, che cura luci e video, a diminuire ulteriormente l’intensità dell’illuminazione. Poco dopo, sul muro di fronte al pubblico viene proiettato il volto registrato dello stesso Gyula. Intanto Gyula, quello reale, osserva di sottecchi il suo alter ego impugnando un microfono. Si mette dunque a saltellare come un pugile pronto allo scontro e, improvvisamente, inizia aurlare come un indemoniato contro quell’immagine virtuale. Quest’ultima gli risponde allo stesso modo. Le urla si rincorrono diventando un baccano indistinto. Silenzio. Ancora strilli e suoni gutturali. Schermata blu. Problema tecnico.
Dopo qualche attimo di smarrimento, Gyula riprende a latrare contro il suo avatar. Un filo di bava bianca gli penzola dal labbro inferiore. Stanco, si siede sulle ginocchia di due spettatori della prima fila. Quindi, si alza per carezzare la parete in corrispondenza del naso del volto proiettato. E ancora fa piccoli saltelli sul posto. Rutta. Aspetta che l’immagine cominci a urlare, e urla anch’egli. Nel farlo si flette sulle gambe. (Sono urla ancestrali o il suo è un tributo alla tradizione dell’alternative metal statunitense alla Slipknot?). Silenzio.
Dal microfono e dalla registrazione escono parole indistinte, incomprensibili. Le casse inondano l’ambiente di una mitragliata di suoni assordanti. Silenzio. Gyula si gira verso il pubblico, si piega sulle ginocchia e comincia a mettere a dura prova la sua gola, più precisamente le sue corde vocali. Suoni gutturali e alito fetido escono dalla bocca. «L’acqua. Bevi l’acqua di tanto in tanto. Inumidisci le corde vocali se vuoi durare», gli suggerisce il volto. La sollecitazione sulle corde vocali intanto continua. «Il miele. Ciuccia un po’ di miele. Fa bene. Fa bene». Seguendo il consiglio, lecca un po’ di miele dal coperchio di un barattolo che ha appena aperto. I due riti si ripetono una seconda volta. Intanto il volto lo guarda, ci guarda, si perde. Gyula si infila due dita in gola al fine di vomitare. Non ci riesce.
Sconfitto, ascolta l’altro sé che lo invita a "bruciare i grassi". Lui saltella e canta un rap che recita così: «Brucia i grassi! Brucia i grassi!». Ed è qui che prosegue il suo personale delirio: aggira la tribuna del pubblico, salta e prende a spallate i muri della sala e l’impalcatura della tribuna, si butta a terra contorcendosi. Infine, lancia il barattolo del miele contro la proiezione del suo volto. Che svanisce. Fine della prima parte.
Gyula intraprende ora un monologo sui grandi temi della vita e della morte: «Dentro siamo puzzolenti. Pieni di succhi. Questi mi ispirano la decomposizione futura». Successivamente si dirige verso una telecamera digitale e si mette a osservare il pubblico, che si vede proiettato nel riquadro sul muro che prima era stato occupato dal volto. «La pelle mi piace. La mia, la vostra. Soprattutto la vostra. Ma non posso averla». Scorre quindi i vari volti dei presenti. Ne sceglie uno, di uomo, e ne accarezza i tratti. Ne sceglie un secondo, di ragazza. Mentre simula una fellatio compie il gesto di inserirsi un dito nell’ano. Si sofferma sull’ultimo, maschile, e lo irride strofinandogli contro il sedere. Pubblico impassibile. Il performer decide di non continuare e invita tutti a dirigersi nella stanza a fianco, dove viene proiettata una sua opera video, ultima parte della performance.
Fundamentals, unico piano sequenza della durata di quarantacinque minuti, propone primi piani di piedi callosi, caviglie, talloni secchi, polpacci e un pene maltrattato. Rigorosamente di Gyula.

giovedì 2 dicembre 2010

Pubblicità politically uncorrect


Un certo clamore è stato suscitato dallo spot della Nivea in cui un malizioso Seedorf rispondeva al tecnico Allegri – in atto di illustrare i rudimenti del calcio – con una fin troppo esplicita battuta a sfondo sessuale.

Pubblicità sessiste erano però la norma sino a pochi decenni fa, come dimostrato dalla raccolta delle 48 pubblicità che non sarebbero mai permesse ai giorni nostri (questo poi è tutto da vedere), pubblicata dal sito Owni.eu.

Le donne sono rappresentate come inette, piagnucolose, iperindecise, dedite esclusivamente al marito e alle faccende domestiche. Lo slogan di una marca di vitamine recita “Più duramente [la donna] lavora (in casa, si intende) e più bella appare”, quella di un sigaro “Soffiale in faccia e ti seguirà ovunque” (!), la Kenwood promette che un suo elettrodomestico fa di tutto tranne che cucinare, ma “per quello ci sono le mogli”, mentre un’altra pubblicità si chiede addirittura se è sempre illegale uccidere una donna.

Ma non è finita qui, perché mentre bambini pubblicizzano note marche di sigarette o vengono avvolti nel cellophan, persone di colore sono invitate a…lavarsi con una determinata saponetta.

mercoledì 1 dicembre 2010

Come si cambia (omaggio a Mario Monicelli e al cinema)

Era il 14 dicembre 1977 e Mario Monicelli discuteva di cinema con Nanni Moretti nella famosa trasmissione Match, arbitrata da Alberto Arbasino.

Attenzione a tre fattori:
1) Nella televisione italiana si parlava di cinema!
2) Questa puntata, all'epoca considerata come una "litigata", non è altro che un appassionato ma sereno scambio di vedute;
3) La trasmissione era moderata nientepopodimeno che dallo scrittore Alberto Arbasino.

Match Monicelli-Moretti prima parte



Monicelli dichiarò (da vero maestro e signore) che in questa circostanza non volle fare la "parte del barone", perché era giusto lasciare il ventiquattrenne Moretti dar fiato alla propria passioneAnni dopo, però, tenne a ribadire che «Moretti si era trasformato proprio in un barone».

Match Monicelli-Moretti seconda parte

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