lunedì 27 gennaio 2014

Nuova recensione Cineland. The Wolf of Wall Street di M.Scorsese

The Wolf of Wall Street 
di Martin Scorsese 
con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Jean Dujardin 
Biografico, 179 min., USA, 2013 

E’ il 1987 quando Jordan Belfort decide di iniziare la carriera da broker a Wall Street ma al termine del praticantato, proprio nel primo giorno di lavoro dopo aver ottenuto la licenza da broker, si verifica quello che è passato alla storia come il “lunedì nero” delle borse. Jordan rimane pertanto senza lavoro e, incoraggiato dalla moglie, ripiega su un modestissimo call center che si occupa della vendita di azioni poco quotate (penny stock) ma assicuranti un 50% delle commissioni al curatore. Grazie al suo approccio aggressivo e agli insegnamenti maturati nella precedente esperienza, Jordan inizia un’inarrestabile cavalcata fatta di truffe ai piccoli risparmiatori che gli faranno guadagnare montagne di denaro subito impiegato in prostitute, oggetti di lusso e (soprattutto) droghe. 

All’inizio del XX secolo l’impresario dei Balletti Russi Sergej Diaghilev soleva ripetere “Sorprendimi!” ad un giovane Jean Cocteau che chiedeva consiglio su come diventare famoso. Scorsese famoso lo è, ma sembra essersi scordato il valore che hanno per il pubblico la novità e i colpi di scena. Certo, la sceneggiatura è perfetta, la regia ineccepibile come la recitazione degli attori principali (la ricostruzione del “sapore” di un’epoca un po’meno) e non mancano di certo scene spassose che, collocate al posto giusto nello svolgimento dei fatti, rendono leggere le tre ore di film contribuendo a conferire al tutto un’aura quasi epica. 

Ma in tutta l’opera si avverte che qualcosa manca e quel qualcosa è riconducibile alla prevedibilità della storia e alla staticità della figura del protagonista. Un personaggio che non fa mai scattare in noi il meccanismo dell’identificazione, vuoi perché sembra così poco scosso da dubbi morali da farne quasi un personaggio “robotico” (così diverso dal Bud Fox di Wall Street), vuoi perché sin da subito si avverte che Belfort rimarrà un piccolo parassita che si accontenta di operare nella nicchia lasciata inesplorata dalla finanza che conta per avere l’illusione di aver vissuto il suo giorno da leone. E quel che è peggio è che non ci esaltiamo neppure in occasione delle scene corali (festini e orge) dal sapore tribale, un po’ perché sappiamo già cosa aspettarci, un po’ perché basta bazzicare qualche volta Dagospia o un romanzo di Bret Easton Ellis per vederne o leggerne di migliori. 

Quello che prevale è invece un senso di malinconia che ci accompagna durante tutta la visione perché abbiamo la riprova di come la stagione del disgusto nei confronti dei comportamenti sopra le righe sia definitivamente finita e perché sappiamo ormai che di personaggi così ce ne sono sempre stati in tutte le epoche e in tutti gli angoli della terra. Magari poteva essere l’occasione per vedere un film senza alcun intento moralistico, con un personaggio totalmente “perduto” al centro della scena. E invece, a cadenze quasi regolari, Scorsese dissemina la sua opera di “grilli parlanti” (la prima moglie, il padre e l’avvocato) che ricordano profeticamente a DiCarpio/Belfort come non si possa vivere un’intera vita sopra le proprie possibilità. A noi sarebbe piaciuto credere, almeno per le tre ore di durata del film, il contrario. 

Voto: 3 ½ su 5 

(Film visionato il 25 gennaio 2014)

1 commenti:

marco46 ha detto...

avrei voluto recensirlo anch'io
ma sono arrivato solo a metà, quando Jonah inghiotte un pesce (nella Bibbia è l'opposto) e guadagnano 22milioni in 3 ore vendendo le azioni dello scarpaio...
ma a quel punto mi ha chiamato un broker e mi ha proposto di comprare miniere di uranio su Marte!
ho fiutato l'affarone e sono uscito di corsa dal cinema per investire tutto il mio capitale...

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. La riproduzione del titolo, dei testi e delle immagini originali è possibile solo citando con link il sito e l’autore. E’ vietata ogni modifica e utilizzo a scopo commerciale. L’autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda i siti ai quali è possibile accedere tramite i collegamenti posti all’interno del sito stesso, forniti come semplice servizio agli utenti della rete. Per tal motivo questo non implica l’approvazione dei siti stessi, sui cui contenuti è declinata ogni responsabilità. L'autore, infine, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo andreavighi@inwind.it