lunedì 11 agosto 2014

Nuova recensione Cineland. Oh Boy - Un caffè a Berlino di Jan Ole Gerster


Oh Boy – Un caffè a Berlino 
di Jan Ole Gerster 
con Tom Schilling, Friedrike Kempter, Marc Hosemann 
Commedia, 83 min., Germania, 2012 

Niko Fischer è un giovane cui la vita sembra aver riservato un bello scherzetto: per ventiquattro ore sarà moderno Paperino – viene lasciato dalla fidanzata, il bancomat gli trattiene la carta, gli ritirano la patente,... – alla ricerca di se stesso e di un caffè

Abbiamo incontrato un film tematicamente molto simile proprio quest’anno: A proposito di Davis (Inside Llewin Davis, 2013). Tuttavia, mentre il film dei fratelli Coen si è dimostrato maturo sotto tutti i punti di vista, in quest’opera si può riscontrare qualche ingenuità tecnica (errori di messa a fuoco e di cambio d’inquadratura, ma lascio a voi il divertimento della caccia alle imprecisioni) e qualche piccolo buco narrativo. Il bilancio finale è positivo sotto il profilo dell’intrattenimento meno sotto quello del risultato finale, perché non riusciamo a capire fino in fondo l’obiettivo, il tema forte che tiene insieme il tutto. 

Questa crisi d’identità ambientata in una Berlino in bianco e nero a conti fatti non risulta funzionale ad una metafora sulla crisi d’identità della Germania contemporanea, discorso che poteva valere pre o post Muro di Berlino ma non ora, in un periodo in cui la Germania detta legge se non a livello mondiale almeno a livello europeo. Potrebbe allora semplicemente trattarsi della crisi d’identità di un ragazzo, Niko, ma anche in questo caso non si riesce a capire la scelta di affidare una lunga sequenza (forse la più lunga, posta in posizione enfatica nella narrazione, ovvero a tre quarti) all’incontro del protagonista con un anziano che rievoca la notte dei cristalli: se questa fosse da interpretare come una riflessione sul senso di responsabilità che effettivamente Niko deve ritrovare, la tematica risulterebbe comunque fin troppo greve

Voto: 3 su 5 

(Film visionato l’8 agosto 2014)

martedì 5 agosto 2014

Nuova recensione Cineland. Stop the Pounding Heart di R. Minervini


Stop the Pounding Heart 
di Roberto Minervini 
con Sara Carlson, Colby Trichell, Tim Carlson, LeeAnne Carlson, Katarina Carlson 
Drammatico, 98 min., Italia, 2013 

Capitolo conclusivo della trilogia sul Texas, Stop the Pounding Heart è passato quasi del tutto inosservato ma ha raccolto consensi a Cannes e al Festival di Torino vincendo il Premio della Giuria nella sezione Internazionale.doc. È la storia di Sara, giovane ragazza austera di famiglia cristianissima e numerosa che consacra le sue giornate ai precetti della Bibbia, i lavori manuali e la custodia delle sue sorelle. Sarà l’incontro con Colby, giovane cowboy e coraggioso bull ryder, a far nascere in lei pulsioni fino ad allora inascoltate. 

Attraverso una storia minimale dagli interrogativi esistenziali, ci viene restituito un dirompente affresco della realtà statunitense più nascosta e per questo più vera, in quella porzione di America rurale, qui coincidente con la periferia di Houston (Texas), dove le vite sono scandite da patriottismo, religione e tradizioni. La Natura, che tradisce un valore quasi thoreauiano, fa da sfondo ai riti d’iniziazione di giovani e adulti: il rodeo, le grigliate, il tiro al bersaglio. 

È nella ricerca di sé stessa che la protagonista compie un percorso di crescita silenzioso ma dirompente, cadenzato da una tecnica di ripresa che, mescolando richiami alle cifre stilistiche dei fratelli Dardenne (l’attenzione per la protagonista) e di Terrence Malick (il rapporto natura/personaggio), ci spinge ad una necessaria riflessione su una nuova forma di “cinema vérité” o “cinema diretto” che si propone come reazione alla crisi di contenuti che ormai attanaglia il cinema. 

L’operazione non è del tutto riuscita (è ormai evidente che rarefazione della narrazione e intrattenimento non vanno del tutto a braccetto) ma l’ottima tecnica e la qualità delle idee messe in campo ci fanno apprezzare l’opera e ci riempiono di speranza per il futuro di un regista italiano che è riuscito a superare nettamente i risultati dei suoi connazionali più conosciuti (su tutti, per affinità tematiche, Le meraviglie di Alice Rohrwacher). 

Voto: 4 su 5 

(Film visionato il 31 luglio 2014)


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