Lo sciacallo – The Nightcrawler
di Dan Gilroy
con Jake
Gillenhaal, Bill Paxton, Rene Russo, Riz Ahmed
Drammatico, Noir, Thriller, 117
min., USA, 2014
Lou è un ragazzo strano. Vive in un monolocale, non ha parenti
e amici, ha una macchina scassata e ruba qua e là per far soldi. Il necessario
per vivere. Una sera assiste ad un incidente e vede accorrere una troupe di
freelance che poco dopo vende con profitto le riprese ad un’emittente locale. A
Lou si accende la lampadina e allora, moderno Scrooge che da un penny costruì
un impero, ruba una bici da corsa per poi rivenderla e comprare una videocamera
e un computer. Parte così la sua ascesa nel mondo dell’informazione, fatta di
colpi bassi e competizione ferocemente sleale.
Ci è sembrato di essere
spettatori di un’operazione nostalgia. Echi di anni Novanta esplodono davanti
ai nostri occhi con tutta la loro dirompenza non solo grazie alle immagini di una
decadentissima Los Angeles ma anche e soprattutto grazie ad una storia che
presenta i canoni tipici dei film di quella decade. Non ci stupiamo allora che
Lou giri con la camicia bianca a maniche corte come il Michael Douglas di Un
giorno di ordinaria follia (Falling Down, Joel Schumacher, 1993). Chicca che,
insieme alle panoramiche della città degli angeli, non solo vale il prezzo del
biglietto ma accentua anche il tasso di follia del protagonista e della vicenda
tutta. Pazzia insana, mancanza di controllo che vale al protagonista la palma
di cattivo più cattivo di questi ultimi stanchi anni cinematografici. Il suo sguardo
spiritato (Gillenhaal è davvero inquietante e la perfetta Rene Russo gli regge
il gioco) è la ciliegina sulla torta, il suo cinismo è il caffè, i suoi
discorsi improntati al personal branding più spinto e la domanda “What if my
problem isn’t that I don’t understand people, but that I don’t like them?” l’ammazzacaffé.
Non ci siamo dunque trovati di fronte solo ad una riflessione sul giornalismo e
le sue derive (il sensazionalismo a tutti i costi, la manipolazione delle
notizie, i dubbi etici legati alla ripresa senza filtri della realtà, ecc…) ma
ad una vera e propria considerazione metaforica sul livello odierno a cui si
attesta ormai il comune senso del pudore. E allora ci siamo alzati dalle
poltrone svuotati, consci di aver visto, piaccia o non piaccia, uno dei film
più spietati degli ultimi anni.
Voto: 4 su 5
(Film visionato il 15 novembre
2014)
2 commenti:
il tempo dirà che è un capolavoro.
dopo una settimana mi resta in mente, è una specie di "Taxy driver" dei nostri giorni
@ Ismaele
Concordo pienamente...anche a distanza dalla visione continuo a pensare al film!
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