Foxcatcher – Una storia americana
di Bennett
Miller
con Steve Carrell, Channing Tatum, Mark Ruffalo, Sienna Miller, Vanessa
Redgave
Drammatico/Biografico, 134 min., USA, 2014
**½
Storia di Mark e Dave Schultz, campioni
olimpici, e della follia di John E. du Pont, che li assoldò per fare della lotta
libera uno strumento di propaganda per redimere gli Stati Uniti. Ottima
recitazione e tecnica registica per l’ennesima storia (vera) che tratta della
fine del sogno americano. Peccato per l’eccessiva linearità della trama e per l’inefficace
approfondimento psicologico dei personaggi.
Whiplash
di Damien Chazelle
con Miles Teller,
J.K. Simmons, Melissa Benoist, Austin Stowell, Paul Reiser
Drammatico, 105
min., USA, 2014
**½
Film classico che più classico non si può. Ovvero storia di
un’ossessione (un ragazzo vuole diventare il più grande batterista di jazz al
mondo) sviluppata come nella migliore delle tradizioni: l’ossessione, le
esercitazioni sfiancanti, i contrasti con la famiglia, i contrasti con il
mentore, l’amore perso a causa dell’ossessione, la crisi e, infine, la risalita. Niente di nuovo, purtroppo.
The Imitation Game
di Morten Tyldum
con
Benedict Chumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Charles Dance
Biografico/Drammatico/Storico, 113 min., USA, GB, 2014
**
Il film dovrebbe
essere incentrato sul lavoro di Alan Turing durante la Seconda Guerra Mondiale,
ovvero quando il matematico costruì una macchina per decrittare Enigma, il
marchingegno tedesco per i messaggi cifrati. E invece… E invece della macchina
non sappiamo quasi nulla, men che meno della sua genesi. Subiamo invece due ore
di dialoghi didascalici, effetti speciali imbarazzanti (le sagome degli attori
che si muovono, giustapposte, in una Londra sotto attacco ricreata al computer),
divagazioni sull’infanzia da incompreso di Turing e sulla sua omosessualità. Retorica
a palate e una miriade di imprecisioni/invenzioni storiche rovinano
ulteriormente questa copia venuta male di A Beautiful Mind.