Southpaw – L’ultima sfida
di Antoine Fuqua
con Jake
Gyllenhaal, Forest Whitaker, Rachel McAdams, Naomie Harris
Drammatico, 124
min., USA, 2015
Billy Hope (Gyllenhaal) ha una moglie bellissima (McAdams) che
lo ama, una figlia che lo adora, ma prende la vita a pugni. È un campione di
boxe che sul ring e nella vita adotta una strategia insolita: incassare e
sanguinare fino alla reazione, brutale. La provocazione di un contendente al
titolo dei medio-massimi fa degenerare la situazione, e nella rissa che ne scaturisce
la moglie viene mortalmente colpita da un proiettile vagante. Qui parte la sua
discesa agli inferi e la sua inevitabile e hollywoodiana risalita, fino alla
redenzione finale.
Qualcuno potrebbe gridare allo spoiler ma, tranquilli, il
finale è telefonato fin dall’inizio. Fuqua e il suo sceneggiatore (Kurt Sutter)
imbastiscono infatti una storia già vista, senza quindi quegli elementi
d’innovazione che hanno recentemente mostrato altre pellicole (su tutte Moneyball,
che parla egregiamente di un uomo che lavora nel mondo del baseball senza praticamente
mai far vedere il diamante). La resa della boxe si fa sì spettacolare ma,
benché Gyllenhaal ci metta tutto l’impegno possibile con un’ottima prova
attoriale, il travaglio interiore del protagonista non si avverte (pensiamo a
The Wrestler o Toro scatenato) e le traversie famigliari sono inanellate in un
crescendo di cliché che sembrano non avere mai fine. Subiamo, nello specifico, un martellamento emotivo (Sutter sfrutta tutti i tasti da
toccare per commuovere il pubblico) che alla lunga diventa irritante. Quando
usciamo dal cinema avvertiamo di non esserci né appassionati al protagonista né
tantomeno di apprezzare ancor di più la boxe (!).
Voto: 2 ½ su 5
(Film
visionato il 5 settembre 2015)
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