venerdì 4 maggio 2018

Registi di Parma - Intervista a Daniele Zinelli


Registi di Parma – Intervista a Daniele Zinelli

Daniele Zinelli è un regista sui generis. Dai cortometraggi Tradizione di famiglia e 1989: Last Hero emerge in modo limpido e prepotente la sua cifra stilistica, frutto di un percorso che si è alimentato e tutt'ora si alimenta di una ben precisa filmografia anni Ottanta. I riferimenti a pellicole “secondarie” come Night Game e Splatters sono il paradigma della sua attenzione per la mescolanza degli stili e dei generi, da lui considerata come il migliore stratagemma per trattare tematiche di critica sociale e aprire le proprie opere a molteplici pubblici e piani di lettura.

Riferimenti culturali

1. Da dove nasce il tuo amore per il cinema?
Da bambino, quando internet ancora non c’era, ricordo che stavo alzato fino a tardi per guardare i film che passavano in tv. Soprattutto quelli degli anni Ottanta, che amo e che mi hanno segnato in modo indelebile. Penso a I Goonies, Gremlins, Invaders, Indiana Jones, Critters, E.T., Ghostbuster, 1997: Fuga da New York, Ammazzavampiri, Nightmare…

2. Quali sono i tuoi registi di riferimento?
Troppi per elencarli tutti. Cito Carpenter, i fratelli Coen, Tobe Hooper, Joe Dante, Mario Bava, Elio Preti, Lucio Fulci, Woody Allen, John Landis.

3. Quali film annoveri tra i capolavori?
Dipende sempre dal genere. Comunque: Il grande Lebowski, La maschera del demonio, I sette samurai,  Basta che funzioni, Fantozzi, 8 ½, Night Game – Partita con la morte, Halloween, La Mosca.

4. Quali sono i film che riguarderesti all’infinito?
Splatters – Gli schizzacervelli, Ragazzi perduti, Il seme della follia, Ghostbuster, I Goonies, Ritorno al futuro, e un po’ tutto il cinema per ragazzi anni Ottanta.

5. Quali sono i gruppi e/o cantanti che ascolti abitualmente?
AC/DC, Elvis, Led Zeppelin, Lynyrd Skynyrd, Bon Jovi, Def Leeppard e dipende un po’ dalla giornata.

6. Quali sono i libri e gli autori letterari che ami?
Stephen King, Dan Simmons, Joe Hill, Pietro Gandolfi  e Dostoevskij.


Processo creativo

7. Da quali idee/influenze nascono i tuoi lavori?
Nascono da tutto quello che leggo o guardo. Mi permetto di fare un’autocitazione dal corto 1989: Last Hero: “Ogni buona storia ha il suo eroe e ogni storia non nasce dal nulla, ma dalla scintilla di un’altra storia.”

8. Quando trovi il tempo per scrivere il soggetto e la sceneggiatura?
Nel poco tempo che riesco a ritagliarmi nella settimana. In genere il sabato, la domenica o la sera verso le 23.

9. Cortometraggio o lungometraggio? Perché?
Non ho preferenze. Le belle storie sono belle storie, le belle immagini sono belle immagini. Le emozioni non hanno etichette, per questo preferisco sempre quello che mi lascia qualcosa.

10. Le scene sono frutto di immaginazione o attingi da racconti ed esperienze di vita?
Quasi sempre sono frutto della mia immaginazione, anche se alle volte hanno qualche rimando a scene di vita.

11. I personaggi sono ispirati a persone reali?
No. Preferisco creare personaggi fittizi che abbiano lo scopo di rimandare al reale, ad un sottotesto sociale meno esplicito.

12. Sei incline a pensare ad ambientazioni e personaggi in un contesto comico, drammatico o fantascientifico?
Tradizione di famiglia è una commedia nera, Time Lapse ha venature fantascientifiche e 1989: Last Hero è un thriller/horror. L’unico genere che non ho ancora trattato è quello drammatico. Non perché non mi piaccia, ma perché a mio parere è un genere fin troppo abusato nel cinema italiano. Il cinema di genere dovrebbe avere molto più spazio nel nostro paese e io, nel mio piccolo, sto cercando di valorizzarlo come posso.

13. Cosa cerchi di comunicare? A chi?
Cerco di comunicare agli spettatori la mia passione, di fargli capire che anche attraverso storie surreali di genere si nascondono messaggi e critiche sociali molto più feroci di un qualsiasi film drammatico di denuncia. Cerco sempre di strutturare l’opera in più piani di lettura, in modo che chi guarda una mia opera possa godersi la storia messa in scena e allo stesso tempo, qualora abbia voglia di approfondire, capire il sottotesto di critica sociale.


Processo realizzativo

14. Come scegli gli attori?
Li scelgo principalmente in base alla loro affidabilità e alla loro voglia di partecipare al progetto proposto. Deve essere qualcosa in cui credono anche loro, non solo io. Attori entusiasti sono anche, di conseguenza, attori molto più bravi. Ho sempre lavorato a zero budget, quindi coinvolgere al meglio un attore e valorizzarlo in una pellicola ritenuta sulla carta valida è la migliore ricompensa possibile.

15. In base a cosa scegli le location?
Diciamo che le location vengono scelte, la maggior parte delle volte, già in fase di sceneggiatura. Nel senso che mentre scrivo penso a posti e scenari plausibili che non richiedono permessi. Così ho la possibilità di girare evitando possibili magagne burocratiche. In pratica le location sostengono la sceneggiatura e viceversa, in un connubio il quanto più realizzabile possibile.

16. Preferisci girare in interni o in esterni?
Non ho particolari preferenze. Tuttavia, se si vuole ricreare una certa atmosfera, sono cosciente che ce la si possa giocare più facilmente grazie a luci posizionate in modo strategico in interni. Cosa che si può sicuramente fare anche all’esterno, se si gira di sera senza luce naturale, ma che diventa cosa ben più complicata non avendo prese di corrente a portata di mano.

17. Che macchina da presa utilizzi? Qual è il suo maggior pregio?
Mi avvalgo di una Canon 550d. Il suo maggior pregio è quello di avere obbiettivi intercambiabili e di essere molto maneggevole.

18. Qual è il tuo movimento di macchina preferito? Quale usi più spesso?
Mi piacciono molto le carrellate, anche se per motivi di attrezzatura, tempo e mezzi non ne ho mai usate molte.

19. Com’è organizzata una tua giornata di riprese?
Mi faccio una scaletta delle cose da girare in quella precisa giornata. Poi quasi sempre giro tutto il giorno, dal mattino presto fino alla sera, perché le riprese sono sempre concentrate in poche giornate molto dense in modo da ottimizzare il poco tempo di tutti i partecipanti al progetto.

20. La sceneggiatura cambia in corso d’opera?
No, la sceneggiatura non cambia. Succede spesso che vengano fatte delle piccole variazioni, ma la struttura rimane inalterata.

21. Lasci i tuoi attori liberi di improvvisare?
Dipende dalla scena, anche se generalmente il “cuore” deve rimanere intatto. Tuttavia se si sentono più a loro agio ad interpretare una scena in un modo più vicino alla loro sensibilità rispetto a come l’avevo strutturata io e vedo che funziona, lo accetto di buon grado.

22. Quali indicazioni dai più spesso ai tuoi attori?
In linea di massima gli chiedo di essere il più naturali e rilassati possibili e di ripercorrere mentalmente e cercare nel proprio vissuto quel tipo di emozione che chiedo loro di interpretare.

23. Hai dei collaboratori?
Certo, da solo non avrei potuto fare nulla di quello che ho fatto. Questo è un veloce elenco delle persone con cui ho collaborato: Matteo Macaluso, Stefano Terenziani, Michele Coser, Carlo Rizzelli, Matteo Biacca, Anna Mazza, Francesco Rabaglia, Marco Soccol e Andrea Ferraguti, con il quale ho co-diretto Time Lapse.

24. Quanto è importante la musica nei tuoi film? Dove preferisci utilizzarla?
Penso che la musica sia una parte fondamentale del film. Aiuta a trasmettere a chi guarda quel particolare tipo d’emozione che hai pensato di veicolare in quella precisa scena. Preferisco utilizzarla quando voglio enfatizzare una scena che ritengo particolarmente importante, in modo che possa dare voce alle emozioni dei personaggi.

25. Quanto ritieni sia importante il montaggio?
Il montaggio è il film. Con un ottimo montaggio anche un brutto girato migliora di parecchio, rendendo il prodotto finito accettabile. Viceversa, un pessimo montaggio rovina quello che, partendo da un ottimo girato, poteva essere un capolavoro.


Il prodotto finito

26. Quali canali sfrutti per diffondere le tue opere?
I festival e YouTube. Recentemente però, grazie alla Home Movies, 1989: Last Hero è stato distribuito per il mercato in una raccolta antologica dal nome Don’t R.I.P.

27. Pensi subito di partecipare a qualche concorso o la decisone dipende soprattutto dal risultato finale?
L’intenzione è sempre quella di partecipare ai festival. Anche perché cerco di non chiudere mai i miei lavori in modo frettoloso a discapito della qualità. Il prodotto finale deve essere sempre dignitoso.

28. Hai vinto qualche premio/riconoscimento? Con quali opere?
Sono arrivato tra i cinque finalisti dell’“Italian Horror Fest” di Roma per due anni consecutivi: nel 2013 con Tradizione di Famiglia e nel 2014 con 1989: Last Hero. Sono stato selezionato a tanti festival nazionali e ho vinto come terzo classificato il premio dell’“Horror Project Festival” nel 2013 con Tradizione di Famiglia.

29. Sei soddisfatto dei tuoi lavori? Quale ti rappresenta maggiormente?
Sono abbastanza soddisfatto dei miei lavori, anche se ogni volta che chiudo un progetto trovo sempre tante cose che vorrei cambiare o errori registici commessi. Non ne ho uno che mi rappresenta più di un altro. Tuttavia il primo cortometraggio, nel mio caso Tradizione di Famiglia, è qualcosa che rimane nei ricordi e nel cuore.

30. Progetti futuri?
Ho pensato a qualcosa, anche se non ho ancora niente di scritto, dalle tinte horror. Per ora però è soltanto un’idea. Vedremo col tempo se riuscirò a realizzarla.


Filmografia

-       - Tradizione di famiglia (2012) https://www.youtube.com/watch?v=Jil14jBpcz8&t=3s;
-       - 1989: Last Hero (2014) https://www.youtube.com/watch?v=KnFUXFQzpkQ&t=6s;
-       - Time Lapse (2018) (link ancora privato causa partecipazione ai festival)


Biografia

Daniele Zinelli è nato a Parma il 14/07/1983. È appassionato di cinema, fumetti, libri, videogames, palestra e action figures.


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